c.s. Fragments
07/11_ 23/11/2013
Rassegna collettiva di pittura, scultura, fotografia e videoarte a cura di Lucio Forte, Ferdinando Ponti, Caterina Seri
a cura di Lucio Forte, Ferdinando Ponti, Caterina Seri
Milano, via Lovanio, Giovedì 28 Novembre si apre al pubblico Fragments rassegna di arte contemporanea a cura di Lucio Forte, Ferdinando Ponti e Caterina Seri.
Pittori, scultori, fotografi e videoartisti, trattano il tema dell’abbandono, della lontananza dalla scintilla della vita, per entrare in una dimensione artificiale, fredda e caratteristica ed unica dell’umanità, l’artefatto, il frutto dell’agire nella manipolazione della natura, nella stratificazione storica urbana e del territorio, leggibile attraverso realtà industriali fatiscenti, manufatti svuotati di esseri viventi, androidi.
Espongono: Alessandro Bavari, Nicola Bertoglio, Alessandra Bisi, Lucio Forte, Andrea Locci, Pier Domenico Magri, Giuseppe Menozzi, Enea Moggioli, Sara Ottanà, Lucien Bello, Alessandro Baglioni, Mauro Poretti, Erika Riehle e Chiara Smirne.
Testo critico
La rassegna racchiude ed esibisce nella sua coralità il tema del costruito in quanto tale, come concetto che definisce il mondo che circoscrive l’uomo e ne diviene naturale habitat artificiale, processo di antropizzazione.
La freddezza, la distanza, il gelo, sono aspetti che caratterizzano un’artificialità urbana ed industriale svuotata ed osservata nella sua nudità, priva di presenza e calore umano. Teatro di luoghi abbandonati, svuotati di vita, che nell’immaginario collettivo rappresentano i risultati di indicibili catastrofi così come trasposizione nella fantascienza e memoria storica delle bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki.
Luoghi senza presenza umana, quel motore che trasforma la città, in una realtà metabolica, che procede autonomamente, indipendente dal nostro volere, fino al punto che la scintilla di questo processo non è più la mano dell’uomo che aziona il comando, ma la macchina che aziona un’altra macchina.
La coscienza artificiale dove e se può essere, rappresenta la speranza di immortalità, non per noi però, per il robot, l’androide, la macchina, che di morte non sa, ma sa più di assemblaggio di pezzi, di meccanismi; il meccanicismo, la nostra vita nient’altro che un insieme di elementi compositivi uniti in un sistema unico ed irripetibile, finito e materiale.
I frammenti sono letteralmente i pezzi di un oggetto rotto, sono i ricordi, i reperti, perché pezzi non completi, da cui ricostruire un tutto, un sistema filosofico autoconclusivo e perfetto, da cui non vi è via di uscita, i frammenti di Eraclito, memorie incomplete.
Il distacco, la freddezza e la desolazione derivante dall’assenza di vita, l’industria fatiscente abbandonata, senza più uomini sulla terra, sono i pezzi di un ricordo ormai lontano. Come se fosse un futuro ormai passato, e che noi non abbiamo mai vissuto e di cui nessuno saprà mai.
Frammenti, dati incompleti ed apparentemente casuali.
Lucio Forte 2013.